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Nella vita bisogna avere il coraggio di volare.

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L'unico posto in cui puoi trovare la forza è dentro di te.

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Ogni tanto ricordati di amare qualcuno.

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Se vuoi che il mondo cambi, inizia a darti da fare tu stesso.

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Sai ancora sorprenderti dell'esistenza?

Corso di esistenza

lunedì 27 agosto 2012

Possession - Joel Bergvall, Simon Sandquist

La proposta di oggi è Possession, film diretto nel 2009 dal duo Joel Bergvall-Simon Sandquist e basato sul film sudcoreano Addicted (datato 2002).
Peraltro, la pellicola ha avuto una storia travagliata, causa problemi finanziari della originaria casa produttrice, tanto che, programmato in origine per l’uscita al cinema, negli Usa è stato proposto direttamente in homevideo.

Ma veniamo al film in sé e per sé, partendo da un accenno di trama: Jessica (Sarah Michelle Gellar, che ricordo sempre con piacere in Cruel intentions) e Ryan (Michael Landes) sono una coppia felice, a cui gira tutto bene… con l’eccezione del di lui fratello, Roman (Lee Pace), dai due temporaneamente ospitato per via delle sue difficoltà economiche.

Ma Jess non lo vuole più in casa, e la cosa non sembra affatto strana, dal momento che Roman sembra veramente un tipo poco raccomandabile. Proprio il desiderio di Jessica di mandarlo via sarà la causa che determinerà i destini di tutti e tre: Roman, sentendo la richiesta di Jessica a Ryan, decide di andarsene di sua iniziativa e di nascosto. Quando la ragazza si accorge della cosa, la riferisce telefonicamente a Ryan, che si mette subito in macchina per recuperare il problematico fratello…

… e il caso vuole che i due si scontrino frontalmente in auto, finendo entrambi in coma. Solo uno dei due si risveglierà, Roman.

Che però sembra Ryan.

Possession si muove tra sentimenti, dramma, psicologia e parapsicologia, lasciando in dubbio lo spettatore (ma la stessa Jessica) fino alla conclusione della storia.

La prima cosa che colpisce del film è il cast fortemente ridotto, che in pratica si limita ai tre personaggi citati, a cui si aggiungono giusto due o tre personaggi di contorno.

Tra l’altro, personalmente non posso fare a meno di ricondurre Sarah Michelle Gellar alla serie tv Buffy - L’ammazzavampiri e Lee Pace alla serie tv Pushing Daisies, rimanendo peraltro colpito dalla diversita dei personaggi interpretati. Ok, lo so, sono attori e interpretano di volta in volta caratteri diversi, ma quando nello spettatore un certo volto è stato fortemente associato a un determinato personaggio poi è difficile ricondurlo ad altri… e difatti solitamente i protagonisti di serie tv di grande successo non hanno molte offerte per nuovi ruoli, nonostante la grande fama (si pensi agli attori di serie televisive di grande successo come I Robinson, Friends, X-Files, Lost, etc).

Ritornando a Possession, che peraltro ho visto in inglese con i sottotitoli in italiano, non mi è dispiaciuto: il film ha tenuto vivo il mio interesse per tutta la sua durata, anche se mi è sembrato semplicistico in alcuni punti (come ad esempio la rapida accettazione di Jess del suo “nuovo” compagno, senza quell’accuratissima verifica che normale integrità e intelligenza avrebbero voluto ci fosse).

Tuttavia, un po' qualche dubbio nella sceneggiatura e un po’ la povertà generale del prodotto (cast in primis) non mi fanno dunque andare oltre la stretta sufficienza.
Nel caso, buona visione. 

Fosco Del Nero



Titolo: Possession (Possession).
Genere: drammatico, sentimentale, psicologico.
Regista: Joel Bergvall, Simon Sandquist.
Attori: Sarah Michelle Gellar, Lee Pace, Michael Landes, William B. Davis, Chelah Horsdal.
Anno: 2009.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

mercoledì 22 agosto 2012

Nosso Lar - Wagner de Assis

Nosso Lar è un film brasiliano girato nel 2009 e uscito al cinema nel 2010, ottenendo un grandissimo successo in Brasile e qualche consenso anche all’estero, dove però è rimasto in molti casi sconosciuto.
Come in Italia, anche perché il film non è stato mai doppiato e difatti si trova solo sottotitolato.

Tale grande differenza di fama è dovuta al fatto ch'esso si basa sull’omonimo libro di Chico Xavier, un famosissimo medium brasiliano autore di centinaia di libri.
Come lo stesso Nosso Lar, che è considerato in patria un classico della letteratura spirituale.

Giusto per precisione, il film in inglese è conosciuto anche col nome di The astral cityAstral city: a spiritual journey.

Ecco in breve la sua trama, a dir poco ricca: André Luiz è un importante medico, nonché un uomo pieno di sé, il quale muore per una malattia improvvisa che lo sottrae alla moglie e ai due figli. Subito dopo la morte, si ritrova in una sorta di paesaggio dantesco, e con ciò intendo una sorta di purgatorio-inferno. In esso, vi sono ombra e tristezza (difatti il posto viene chiamato Umbral), dolore e anime in pena. Egli stesso soffre, e inoltre è perseguitato da degli esseri inquietanti che lo inseguono e gli urlano contro.
Dopo qualche tempo, e dopo molte preghiere, tre uomini luminosi, palesemente fuori posto in quella selva triste, vengono a salvarlo e lo portano in una sorta di ospedale, da dove comincerà la “nuova vita” di Andre Luiz, fisicamente e soprattutto spiritualmente.

Nosso Lar tecnicamente non sarebbe un film fantastico, ma il resoconto di quello che, secondo la testimonianza dell'autore e dell'entità che ha parlato con lui, ci aspetta dopo la morte (sperabilmente senza la “selva oscura”), tanto a livello visivo quanto a livello evolutivo (comprensivo di discorso di reincarnazione, karma, etc). Questo secondo è il punto centrale del film, e difatti lo spettatore del film parteciperà alla crescita spirituale di André, il quale faticherà un poco a staccarsi dal suo egoismo tipicamente terrestre.
In effetti, semplicità e umiltà sono forse l'insegnamento maggiore della storia... ma c'è molto altro: il percorso evolutivo, la reincarnazione, la gestione delle energie interiori, il servizio agli altri, lo sforzo individuale, il non attaccamento, l'amore incondizionato, etc.

Il film, interessantissimo nei contenuti, si giostra bene anche dal punto di vista visivo, con paesaggi e scenari spettacolari e molto ben realizzati, tanto nella sua parte oscura quanto nella sua parte luminosa (in questo, sia per i contenuti sia per l'aspetto visivo appariscente, mi ha ricordato l'altrettanto ottimo Al di là dei sogni). Anche a livello di recitazione l'opera si dimostra valida.

Nosso Lar, essendo un film che propone sia bellezza esteriore che bellezza interiore, pur se inframmezzata da dolore e difficoltà emotiva, non può che meritarsi una valutazione elevata, nonché il mio spassionato consiglio di guardarlo, anche se con la “difficoltà” dei sottotitoli.

Chiudo la recensione con svariate frasi tratte dal film, che ne illustrano immediatamente il tenore.

"Le apparenze non sempre indicano la realtà. A volte il nostro lato oscuro è travestito da una falsa immagine di tranquillità. Ma un giorno tutto viene a galla, e non è mai  troppo tardi."

"Tutte le tue domande avranno una risposta al momento giusto."

"Succede l'impossibile: io muoio e mi sveglio in quel posto orribile, insieme a quei mostri."
"Nostri fratelli: peccato che tu non li veda così."

"La tua malattia è il risultato di una legge superiore."
"Quale legge?"
"Azione e reazione."

"Lo stato mentale è determinante per la storia dell'essere umano. Come avresti potuto immaginare che la rabbia, l'odio, l'invidia, l'egoismo e l'intolleranza avessero fatto parte della diagnosi?
Gli organi del corpo somatico hanno riserve incalcolabili, ma non  possono sopportare anno dopo anno il maltrattamento."

"Ora, André, approfitta del riposo e acquieta il tuo spirito.
L'afflizione non risolve i problemi.
Il bene nella vita è sempre ricominciare."

"La creazione mentale è pressoché tutto nella vita."

"Cerca di cambiare i tuoi pensieri, amico mio."
"Non è facile passare da quello che ho passato."
"La tua guarigione dipende anche da questo: è la legge della sintonia. I nostri sentimenti e pensieri stabiliscono dove staremo."

"La vita sulla Terra è come una "

"Nascere, morire, rinascere di nuovo: molte volte, tante volte quanto è necessario: è la legge."

"Poco a poco tutto iniziava ad avere senso: Nosso Lar era la vita reale, la nostra dimora, è la Terra solo un passaggio."

"Tutto il merito si conquista attraverso il lavoro."

"Tutti i modi di servire sono una benedizione."

"Quando il servitore è pronto, il servizio appare a lui."

"La volontà, la persistenza è il merito vanno di pari passo."

"Non avrei mai potuto immaginare le potenzialità della nostra mente."

"I pazienti possono aiutare i pazienti?
Tu stai dando a lei fluidi che venivano dalla tua mente fragile."

"C'è voluto tempo per accettare il destino che egli stesso ha creato. 
È duro vedere i fratelli inciampare."

"Gli esseri umani hanno bisogno di spiritualità, qualunque essa sia."

"Nella casa di mio padre ci sono molte dimore."

"Vuoi camminare come spirito libero o aspettare che il tempo passi?"

"Calma, riceverai aiuto, calma.
Tu sei protetto, protetto.
Abbi fiducia, tutto andrà bene."

"Anche se io cammino nelle valli delle ombre e della morte, non avrò niente da temere, perché il Signore è in me."

"Bisogna vivere ancora per evolversi; ci sono lezioni che solo la vita sulla Terra può darci.
La reincarnazione è la migliore scuola."

"La vita non finisce e la morte è un gioco di illusioni."

"Bisogna navigare nel proprio dramma e nella propria commedia fino a che avremo attraversato tutte le vie dell'evoluzione spirituale. Solo così incontreremo le acque dell'oceano divino."

"Un'esistenza è un atto, un corpo è una veste, un secolo è un giorno, e la morte è il soffio rinnovatore."

"Adesso la voce divina che parla al santuario della mia anima è solo perdono e amore."

Fosco Del Nero



Titolo: Nosso lar (Nosso lar).
Genere: fantastico, esistenza, drammatico.
Regista: Wagner de Assis.
Attori: Renato Prieto, Fernando Alves Pinto, Rosane Mulholland, Rodrigo dos Santos, Werner Schünemann, Inez Viana, Clemente Viscaíno, Aracy Cardoso.
Anno: 2010.
Voto: 8.5.
Dove lo trovi: qui.

martedì 21 agosto 2012

Intruders - Dan Curtis

Intruders è un film del 1992 di fantascienza. Una fantascienza alla X-Files, con alieni, rapimenti ed esperimenti sulla razza umana.

I suoi protagonisti centrali sono due donne sottoposte fin da piccole a rapimenti ed esperimenti fisici di vario tipo: Lesley Hahn e Mary Wilkes.

Entrambe finiranno in cura dallo psicologo Neil Chase, il quale dapprincipio è assai scettico ma poi adeguerà la sua posizione all’evidenza degli eventi, tanto da finire per essere una presenza troppo informata e quindi scomoda per l’establishment militare e governativo, che conosce tutto quanto sta succedendo, ma che tace per un calcolo politico.

Il film mantiene un’aria cupa e triste fin dal suo avvio, tanto che l’elemento fantascientifico passa nettamente in secondo piano rispetto a quello psicologico delle protagoniste, che attraversano diversi stadi emotivi: il turbamento, la paura, l’odio… ma che finiranno per essere legate agli alieni a filo doppio.

Il mondo che le circonda, peraltro, sembra fatto apposta per fomentare le loro emozioni di isolazionismo e di impotenza: i dottori non credono loro, mariti e figli dubitano, nessuno le sa proteggere dalla minaccia che incombe su di loro.

Devo essere sincero, come mio solito: Intruders è un film di serie B, probabilmente girato sull’onda di successi come Incontri ravvicinati del terzo tipo o lo stesso X-Files.

Non c’è nulla di originale o di importante, e se è per questo nemmeno di emozionante, col film che scorre via liscio e quasi insapore.

Se esso voleva essere un appassionante film di fantascienza, dunque, ha fallito.
Se invece gli intenti erano di denuncia di un fenomeno (reale, visto che ha coinvolto decine di migliaia di persone in tutto il mondo)… allora a maggior ragione avrebbe dovuto puntare a una qualità maggiore, per attrarre più spettatori e così sensibilizzarli alla questione.

In ambo i casi, insomma, la sua valutazione è un’insufficienza piena.

Fosco Del Nero



Titolo: Intruders (Intruders).
Genere: fantascienza, drammatico.
Regista: Dan Curtis.
Attori: Richard Crenna, Daphne Ashbrook, Mare Winningham, Susan Blakely, Ben Vereen, Alan Autry.
Anno: 1992.
Voto: 5.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 13 agosto 2012

C’era una volta - Once upon a time - Adam Horowitz, Edward Kitsis

Era da un po’ di tempo che non recensivo una serie tv (le ultime furono il mediocre I pilastri della terra, il curioso Eastwick, l’ottimo V - Visitors e l’eccellente serial russo Il maestro e Margherita), categoria che quest’oggi rinverdisco con C’era una volta - Once upon a time.

Si tratta di una serie televisiva piuttosto originale, di matrice fantastica ma con un focus essenzialmente relazionale.
Essa è stata ideata da Adam Horowitz e Edward Kitsis, due degli sceneggiatori di Lost, e propone allo spettatore un doppio punto di vista, ma con i medesimi protagonisti: da un lato abbiamo il mondo fantastico delle favole, per l’occasione riunite in un unico contesto, al quale dunque partecipano Biancaneve, il principe azzurro, la strega cattiva, Cenerentola, Cappuccetto rosso, il grillo parlante, etc.

Dall’altro lato abbiamo una cittadina americana, Storybrooke, nella quale tutti codesti personaggi vivono una vita apparentemente qualunque, dimentichi della loro vera identità a causa di una maledizione della strega cattiva.
L’unico a conoscere la verità è Henry Mills, il figlio adottivo del sindaco della cittadina… che poi è la strega cattiva (la quale ovviamente non ha perso la memoria… e che peraltro porta il nome personale di Regina).
Henry ritroverà la sua vera madre in Emma Swan, giovane donna che capita nella cittadina (caso più unico che raro, dal momento che non ci capita mai nessuno, come in una sorta di ambiente chiuso e indipendente da cui peraltro pare sia impossibile andarsene) e che comincerà a mettere il naso dappertutto, incuriosita un po’ dalla storia che le racconta il ragazzino, un po’ dall’atteggiamento fastidioso del sindaco-strega cattiva, e un po’ anche per il desiderio di recuperare il rapporto col figlio che aveva dato in adozione quando era troppo giovane per crescerlo.

La serie finora ha visto una sola stagione, comprensiva di vendidue episodi. Di questi, in Italia ne sono arrivati ancora di meno, tanto che finora ne ho visto solo tredici. Se li ho visti, tuttavia, ciò indica un sufficiente livello di interesse e coinvolgimento della serie, che ha punti positivi ma anche qualche criticità.

Tra i primi, certamente l’originalità, una discreta regia, una trama interessante e decisamente mutevole e flessibile, grazie anche al doppio livello dimensionale.

Tra i secondi, tuttavia, un cast non eccellente (che ha colto il segno nel caso di personaggi come Henry o Tremotino/signor Gold, ma che nel caso di altri mi ha lasciato perplesso), nonché una sceneggiatura che a volta fa sembrare ottusi i suoi personaggi al fine di far proseguire la storia in una certa direzione piuttosto che in un’altra che al contrario sembrava assai più plausibile.

Quanto all’evoluzione della storia, è interessante e incuriosisce, sempre vivace grazie al continuo passaggio tra fiaba e realtà moderna (la seconda più interessante della prima, a mio avviso), e grazie e continui flashback del livello “fantasy”.

Nel complesso, e in attesa di vedere i successivi episodi, C’era una volta - Once upon a time, pur non entusiasmandomi, mi è sembrata una serie tv ben fatta e godibile.
Peccato perché a mio avviso avrebbe potuto raggiungere un altro spessore con un cast più mirato.

Fosco Del Nero



Titolo: C’era una volta (Once upon a time).
Genere: serie televisiva, fantastico.
Ideatore: Adam Horowitz, Edward Kitsis.
Attori: Jennifer Morrison, Jared Gilmore, Ginnifer Goodwin, Robert Carlyle, Lana Parrilla, Jamie Dornan, Joshua Dallas, Meghan Ory, Raphael Sbarge.
Anno: 2011-in corso.
Voto: 6.5.
Dove lo trovi: qui.

lunedì 6 agosto 2012

Cypher - Vincenzo Natali

La recensione odierna su Cinema e film è dedicata a un film di Vincenzo Natali, regista (americano, non italiano) di pellicole low cost che ha conquistato un certo successo anni fa grazie a The cube – Il cubo, cui sono seguiti poi degli altri progetti ugualmente di genere fantastico-psicologico, ma di minor spessore e potenza evocativa.

Cypher, per l’appunto il film di oggi, è stato girato nel 2002, ed anch’esso rispetto il binomio tipico di Vincenzo Natali: una scenografia fantascientifica e un profilo psicologico.

Ecco la sua trama in grande sintesi: siamo in un prossimo futuro, e seguiamo la vita di Morgan Sullivan, persona trascurabile e di poca importanza che, stanco della sua vita (moglie, lavoro, etc), decide di avviare una carriera come spia alla Digicorp. Viene così inviato ai congressi delle aziende rivali, che registra di nascosto.

Qualcosa però non torna, come gli rivelerà tale Rita, e come sembrano indicargli le numerose e forti emicranie, con tanto di flash e visioni varie. Morgan, che nel mentre ha assunto il nome finto di Jack Thursby, finisce per fare il controspionaggi per la società concorrente Sunways, fino a che nuovi dubbi si insinuano nella sua mente…

In buona sostanza, Cypher esplora, e non è certo il primo a farlo, i confini tra realtà e finzione, e lo fa in modo dichiarato, visto che questo tema è proprio il focus centrale del film.

Film che propone atmosfere cupe e ovattate, e lascia lo spettatore (e lo stesso Morgan!) in una situazione perenne di dubbio, se non proprio di disperazione.

Lo stesso protagonista, Jeremy Northam, comunica invariabilmente una sensazione di smarrimento, forse persino eccessiva (e forse non a caso di lui non si ricordano grandi interpretazioni passate). A fargli da spalla, la bella e brava Lucy Liu (Ally McBeal, Charlie's angels, Kill Bill).

Il tema del rapporto tra realtà e finzione non è certo una novità, e peraltro i riferimenti eccellenti non mancano (in questo campo a me piace citare l’ispiratissimo Existenz di David Cronenberg, regista che non a caso è stato accostato a Natali); per farsi notare, dunque, occorre avere una certa qualità.

Cypher a mio avviso ne ha un po', anche se non “sfonda”; il personaggio principale è poco carismatico (forse da copione non doveva esserlo, ma sta di fatto che non cattura lo spettatore); la trama propone svolte radicali ogni dieci minuti, dando l’impressione di esagerare; praticamente non vi sono personaggi se non i due principali; i dialoghi non sono brillanti, giacché si è puntato tutto sull’atmosfera di opprimente incertezza.

Il film in conclusione si conquista una stretta sufficienza (forse neanche quella), ma a parer mio non va oltre.

Fosco Del Nero



Titolo: Cypher (Cypher).
Genere: fantascienza, psicologico.
Regista: Vincenzo Natali.
Attori: Jeremy Northam, Lucy Liu, Timothy Webber, Nigel Bennett, David Hewlett.
Anno: 2002.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.

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